martedì 2 ottobre 2007

I fantasmi del passato ( 2a parte)

La situazione si è aggravata sempre più e il 27 settembre, ci racconta Graeme Jenkins (che possiamo leggere su Repubblica), a Rangoon "circa tremila persone, guidate da 6 monaci, fronteggiavano la polizia schierata dietro le barriere di filo spinato..". Il reporter racconta che si sono uditi spari di armi da fuoco e un giornalista con la macchina fotografica in mano è stato ucciso. Io stesso ho visto le immagini sul giornale, e molti di voi in tv. Sono immagini che fanno freddo, sono immagini che hanno il sapore di passato, almeno per noi occidentali che certe cose non le vediamo più da cinquanta anni, dall'ultimo conflitto mondiale. E' triste sapere che dopo tutto quello che è successo, dopo tutti gli insegnamenti che la storia ha dato a questo mondo, certi fatti possano ancora continuare ad esistere. Il governo birmano ha annunciato che otto persone sono morte, tipica informazione manipolata, Jenkins parla infatti di una vistosa sottostima. Il giornalista continua raccontando che vi sono tre camion militari: uno addetto a sparare, uno a raccogliere i cadaveri e sull'ultimo invece vi sono gli uomini che devono ripulire le strade. Intelligente come strategia, vero? "Un uomo ha detto di aver visto una grossa fossa, scavata per ordine del governo al centro di un campo da calcio nei pressi della Pagoda Shwedagon..lo scopo della buca non è stato reso noto". Non so a voi, ma a me ricorda qualcosa. Vi sono stati anche dei raid all'interno dei monasteri, centinaia di monaci sono stati arrestati e forse qualcuno ha subito una pena peggiore. Un imprenditore intervistato ha affermato:" Se i monaci non si fermano e la gente continua a seguirli, i generali se ne dovranno andare: questa è la nostra ultima occasione", c'è addirittura chi è costretto a smettere di raccontare:" Non posso più parlare, ci stanno osservando". Ha ragione Guido Rampoldi di Repubblica quando parla della rivolta dei monaci, "un coraggioso movimento di liberazione che tien nel massimo conto i diritti umani, la religione che ritrova una dimensione politica sana in una laica lotta per la libertà". Le cose non sono migliorate nei giorni successivi, e leggo ora su Google news che l'inviato dell'ONU Ibrahim Gambari oggi ha incontrato il capo supremo del regime Than Shwe e la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi per porre fine alla repressione militare di questa fondamentale protesta per la democrazia. Intanto sembra che (in base a fonti affidabili delle agenzie) gli arresti siano continuati per tutta la scorsa notte. Il terrore regna nella città di Rangoon, le persone vengono portate via dalle loro case. Basterà un inasprimento delle sanzioni da parte delle nazioni vicine e dell'occidente? E' giusto limitarsi a sperare che l'intera popolazione birmana, guidata dai monaci, riesca a spodestare il regime dei generali? Mi chiedo se non sia necessario fare di più, perchè ciò che sta succedendo in questi giorni e che per 20 anni ha svuotato un popolo dei suoi diritti, possa finalmente essere rovesciato. E' ora di costruire un muro ideale e culturale che impedisca una volta per tutte ai fantasmi del passato di varcare il nostro presente, e per Nostro intendo di tutto il Mondo e non solo dell'Occidente.

Tutti dovremmo pensarci..non ho scritto questo post per farvi la cronaca, a quello ci pensano i giornali. L'ho scritto perchè è giusto rifletterci sopra, perchè mentre noi siamo qua spaparanzati con i nostri I-Pod, qualcuno nel mondo combatte ancora per la sua libertà e la sua vita.

Le mie fonti: la Repubblica; Wikipedia ( per la storia del paese); Google News Italia; equonomia.it.

Nessun commento: