domenica 7 dicembre 2008

Nessuno

E' un'attesa continua e vibrante
giorno dopo giorno e treno dopo treno,
una stanza vuota da riempire in un altra città
pagine su pagine su cui metter la testa
notti insonni e i soliti pugni contro al muro
lunghe passeggiate per risparmiare il biglietto
le cronache allo stadio per inseguire un sogno
le innumerevoli uscite con le persone sbagliate
ma..Nessuno? nessuno che apra questa porta?
Odio i miei silenzi, il muro odia le mie parole
voglio camminare con qualcuno e condividere un paesaggio
respirare sorrisi sinceri e quell'odore della notte
che è il sintomo di chi è felice

carezze infantili e vetri appannati
docili respiri, la sensazione di calore
gli sguardi penetranti e l'empatia in un secondo
folli corse e la mano sulla spalla, sempre.

Sorrisi..

Il pianoforte da quel giorno suona 'Struggle for pleasure' a ripetizione
parole infime e voci ipocrite sono il sottofondo quotidiano

mi tappo le orecchie e..
ed è un'attesa continua e vibrante
giorno dopo giorno e treno dopo treno..


Dopo le bombe ho atteso..
Ma nessuno che apra quella porta..



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giovedì 11 settembre 2008

Morte cosmica dell'anima

Fredda, meccanica, statica,

esule senza conforto,

inutile e razionalizzabile,
cinica poco, gelida troppo,
piena d'inerzia, vuota di pato,
insensibile ormai,
senza attesa e giunta alla resa

..la sua vita..


perdere la paura,
svuotare di tutto il senso,
e poi la sera guardare il riflesso:
sul vetro c'è un morto..
la testa si abbassa, il sorriso si piega,
il nulla attorno rende cieco il viandante.

"Questa malattia" ha detto il dottore, "uccide l'anima".




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mercoledì 16 luglio 2008

Another little piece of my heart

Let Me Live

Oooh, take a piece of my heart
Oooh, take a piece of my soul
Let me live, oh yeah
Why don't you take another
little piece of my heart
Why don't you take it and break it
And tear it all apart

All I do is give
All you do is take
Baby why don't you give me a brand new start
So let me live (so let me live)
Let me live (leave me alone)
Let me live, oh baby, and make a brand new start
Why don't you take another

little piece of my soul
Why don't you shape it and shake it

'Til you're really in control
All you do is take

And all I do is give
All that I'm asking

Is a chance to live
(So let me live) so let me live

(Leave me alone) let me live, let me live
(Why don't you let me make) a brand new start
Yeah
And it's a (long hard struggle) yeah
But you can always depend on me
And if you're (ever in trouble) - hey

You know where I will be
Why don't you take another
little piece of my life
Why don't you twist it and turn it
And cut it like a knife
All you do is live
All I do is die
Why can't we just be friends

Stop living a lie
So let me live (so let me live)
Let me live (leave me alone)
Please let me live
(Why don't you live a little)

Oh yeah baby (Why don't you give a little love)
Let me live

Please let me live
Oh yeah baby, let me live

And make a brand new start
Let me live (let me live)
Oooh yeah (let me live)
Come on (let me live)
In your heart
(Take another piece, take another piece)

(Take another piece, take another piece)
Please let me live
(Take another piece, take another piece)
(Take another piece, take another piece)
Why don't you take another take
another piece of my piece of my heart
Oh yeah baby

Make a brand new start baby baby baby
All you do is take (let me live)

(Let me live)
Oh yeah

Let me live


Queen - Made in Heaven 1995
Questa canzone, originariamente registrata nel 1983 e intitolata Another little piece of my heart, è l'unica in cui 3 componenti della band cantano un pezzo del brano, forse sarebbero stati anche quattro ma John Deacon, il bassista, non sapeva cantare.
Certe volte capita di sentirla con fervore, di empatizzarla, farla nostra e rivolgerla a qualcun'altro, quasi fosse un invocazione.
Ecco il link al videoclip: Let me live

Images by: www.freewebs.com; www.queenheaven.it; www.davidegalloblog.splinder.com


domenica 6 luglio 2008

Eternal sunshine of the spotless mind

Quella treccia..è l'unica cosa che ricordo nitidamente, il resto tutto sfocato, ma se penso a quel giorno, rivedo il mio sguardo illuminarsi innanzi al suo. Basta questo.

Spesso accade che le cose migliori scappino, si nascondano ai nostri occhi, ci spingano a lasciar perdere..è un gioco perverso di illusione e disillusione istantanea; così torniamo a casa con l'amaro in bocca. Ma succede anche che ci si incanti a guardarti e allora magari anche se materialmente scappi poi alla fine sei ancora qui con me, non mi passi di mente, mi interroghi su chi sei, mi pizzichi, mi fai volare. Ti annunci a me come un sogno realizzabile, l'unico requisito è la fantasia. Solo chi non ha paura del giudizio altrui, solo chi è disposto a mettersi in gioco e non passa il tempo a vendere di sè l'immagine di volta in volta di moda, solo chi crede ancora nell'originaria purezza dei sentimenti di un mondo che non c'è più, può sperare di incontrarti ancora.

Nel mondo più nero immaginabile, in un incessante ballottaggio su quale sarà la prossima delusione, insomma tra un mazzata sui denti e l'altra noi abbiamo ancora il coraggio di curiosare là fuori e cercare la stella più luminosa, quella che ai viaggiatori indicava la strada per raggiungere la propria metà. Che sia una treccia o un rosso cappello di paglia, che si tratti di un sorriso o una dolce esclamazione senza il supporto dell'immagine..tu sei vera solo agli occhi dei sognanti, sei il calore delle loro notti fredde, tu sei una dolce breve apparizione che infonde la luce del sole sulle spotless mind.

Ora mi dileguo nella mia vita quotidiana, magari andrò a tirare due calci al pallone..
ma un giorno forse ti incontrerò,
allora ti saluterò e ti dirò che mi ricordo di te e che sono contento
perchè anche solo per un istante dopo tanto tempo sono felice.

domenica 18 maggio 2008

Sondaggi

Cari amici e disperati lettori di racconti del mio sottosuolo mentale, vi annuncio la novità di Parigino. Si tratta del sondaggio mensile che, grazie all'innovazione apportata da Blogger.com, potrò lanciare e proporre alle vostre menti in pensione in attesa di un nuovo post. I sondaggi rimarranno coerenti alla linea tematica del mio blog e spero di essere ispirato abbastanza per commentare ogni volta i risultati finali, traendone così un'analisi socialmente e culturalmente utile. Si tratta, dunque, di un modo in più per interagire con voi e stuzzicare quella voglia di raccontare che un anno fa mi portava a scrivere anche 8 post al mese, ora è già molto se ne scrivo uno.
Bene, vado a preparare il primo sondaggino.

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lunedì 21 aprile 2008

Bella lì

In onesto ritardo, che conviene alla più sana tradizione di questo blog in continua lotta con l'attualità, è giunto il momento di raccontarvi la nuova avventura dei Figli del Papa.
E' uscito, nel gelido febbraio 2008 il nuovo album autodistruttivo di Gka & Fabien, si chiama "Bella Lì" e come di consuetudine, se lo volete andate a chiederlo a GKA. Questa volta le cose sono state fatte in grande e la grafica Banzi di Finale Emilia si è occupata della creazione dei cd e dei libretti, come sempre sotto l'infallibile regia dell'anonima Peyote records. I nostri artisti hanno puntato sull'effetto sorpresa ed hanno presentato il nuovo lavoro nel loro primo live che ha avuto luogo il 21 febbraio 2008 al Vecchio Fiume di Modena.
Ma entriamo ora nel vivo del disco ed esploriamone il senso e l'essenza. Cala subito l'atmosfera dell'assurdo sull'assurdo ascoltatore dei Figli del Papa, quando sotto le sonorità di Indiana Jones, parte l'invettiva di GkA nei confronti di Polac, uomo immagine della band. Luca (Gka) non ha mai perso il vizio di affrontare le stranezze dell'amico nei suoi testi, sfogando con rassegnazione le proprie perplessità. La musica è travolgente e viene intervallata da spezzoni audio di un noto film americano. Segue "Balla", cavallo di battaglia degli Fdp lives, che narra con irriverenza ed entusiasmo le dinamiche delle discoteche del 21esimo secolo, non senza una certa amarezza di fondo per gli stereotipi sociali che si sono venuti a creare tra i nuovi giovani del sabato sera. Gka, ancora autore dei testi, illustra il suo modo di vedere le cose, una sorta di inno alla gioia ed al "no problem style". Perchè alla fine è di questo che si parla nelle trame fumose del trio modenese: vivere ogni attimo della propria vita come se fosse l'ultimo, respirarne ogni emozione senza paura delle conseguenze, siano esse positive o distruttive; il mondo è questo, a noi resta prendere quello che c'è, e farne un nobile dono. Con la consapevolezza che ora come ora nulla può cambiare I Figli per ora lo accettano così. Così le stranezze di Polac, da sempre grande chimera per Gka & company, vanno a rappresentare le ambiguità dell'epoca post-moderna dove nulla è dato per buono e l'incertezza vibra fra le pieghe della vita degli uomini, in primis i giovani che, lasciati allo sbando in una società sregolata, creano una propria realtà tanto illusoria quanto precaria.
Non mancano malinconia e amore tra le tematiche toccate, e la prima cosa che si nota è il parziale abbandono delle passioni sfrenate ed amene tanto inneggiate nel blasonato "Like a nerz". I sentimenti si fanno più puri, anche se per ora sarebbe difficile pensare di mandare gli Fdp a Sanremo! Una particolare intensità la respiriamo in "Capirai", con quel tipico suono del sax delle notti tristi mescolato alle rime di Gka che stende sul tavolo dei ricordi il bianco ed il nero della propria vita, esplorando l'imprevedibilità dell'amicizia. Ad affiancare Luca per il lato "emotional" dell'album sono la simpaticissima Noemi e quel tipetto davvero fuori dalla norma di Zsuzsa, complimenti ad entrambe.
Ci sono poi "A modo mio", "La mia vita" e "Cazzi tuoi" in cui possiamo vedere con gli occhi del frontman la filosofia di vita che si intende confermare ancora una volta mentre "Quando mai" racconta con ritmo incalzante e blanda ironia le contraddizioni delle politiche internazionali e non. Da registrare la conclusione sulla falsa riga de "La guerra di Piero".
Autentico manifesto dell'inquietudine giovanile di cui ho parlato sopra è "Quando Tornano" interpretata da Luca e Nio che man mano che passano gli anni si fa sempre più talentuoso anche se la sua voce inizia ad apparire di dubbia sessualità. Rabbia contro il passato ed il presente, voglia di sfogare l'irrequietezza interiore di ragazzi lasciati a sè stessi e con tanta voglia di uscire da quella nube tossica che opprime la società, i dubbi nei confronti della legge, la freddezza di un ragazzo che ha perso la speranza. Si passa poi ai primi dolori adolescenziali, i ricordi di lacrime ed errori, i sorrisi sinceri e la rinnovata forza di ricominciare. Chi ascolta si perde tra le mille emozioni emanate da queste rime, accompagnate da un ritmo critico che sembra scandire i nostri battiti, scossi da tante immagini a noi care. Il dubbio rimane sul ritornello, che è stato registrato in modo da non farmi capire che cosa voglia dire! Maledetti!
Infine i nostri Fdp hanno dato spazio anche alla comicità e all'anarchia più totale scommettendo ancora una volta su quel sincretismo di generi che riesce sempre a catturare lo spettatore suscitando in quest'ultimo perplessità e sconcerto fino ad arrivare all'euforia più totale. "E' dentro" è un pregevole esperimento che fonde commedia e rap con un sottofondo di erotismo; insomma un'assurdità che vede protagonista Bra, il nostro maldestro ed istrionico (mi ripeto) amico, che stavolta recita la parte di un giovane vittima di una donna senza pietà. "Leggi i messaggi" è invece il secondo coraggioso salto degli Fdp nel mondo dell'house. Anche questa volta tutto è partito dal caso. Leggi i messaggi divenne una formula usata quando un'altro innamorato perditempo oppresso dalle paranoie è partito per la tangente iniziando ad evocare frasi sonnamboliche nel bel mezzo della notte, con l'invito a leggere i messaggi del proprio cellulare. Vi chiederete..ma che cazzo vuol dire? Ci vorrebbe un libro per spiegarlo. Una volta diventata standard questa formula è stata usata in vari modi, e un giorno registrata, appunto quando Polac ha ricevuto uno dei tanti messaggi imbecilli di Diego, il nostro esperto House. Ecco allora che è partito un nuovo lavoro di taglia e cuci che ha portato al futuro tormentone dell'estate. Aspettatevi presto un video al riguardo.
Stop, direi che possa bastare. Vi lascio di nuovo il link del myspace dei Figli del Papa in cui potrete godervi già qualche pezzo di questo strepitoso e folle album: www.myspace.com/figlidelpapa
Il prossimo appuntamento con i live della band è il 17 maggio alle 19.00 al Teatro Comunale di Bomporto.

martedì 1 aprile 2008

Anni luce

Mi è stata consegnata una riproduzione del primo numero de Il Resto del Carlino.
Il quotidiano bolognese nato il 20 marzo 1885 si proclama sin dall'inizio giornale popolare, che col suo formato ridotto, si vuole inserire in un mercato diverso rispetto a quello della stampa d'informazione del tempo. Ecco un articolo del primo numero che ha colpito la mia attenzione.
"AMOR FATALE
In uno dei dipartimenti della Senna accadde, alcuni giorni sono, un fatto terribile. Una donna, certa Légrange, s'era invaghita perdutamente di un giovanotto che non l'amava. Furono d'ogni sorta le arti che essa mise in opera per sedurlo. Il giovanotto faceva costantemente pratiche di religione, e diceva di volersi far prete. La donna, di notte entrò nella casa di lui, mentre egli era ancora assente, e si nascose nello stesso suo letto. Quando il giovanotto entrò, e si disponeva a coricarsi, al vedere la improvvisa apparizione della donna, diede un grido terribile; e fu tale la sua paura che impazzì! La donna, fuori di sè, gettossi dalla finestra di un quarto piano sfracellandosi le cervella orrendamente".
C'è chi ha detto, che leggendo questa copia del Carlino si può intuire come l'indirizzo del giornale non sia cambiato.
In merito a questo argomento mi astengo, piuttosto volevo rilevare come io e Polac, leggendo i vari pezzi di quel numero 1, fossimo d'accordo nell'affermare quanto un giornale sia utile per capire i problemi e le abitudini di un'epoca.

giovedì 7 febbraio 2008

Laurea a parte (la legge del menga)

E così..chi la dura la vince, siamo arrivati finalmente in fondo, anche se, non possiamo ancora fare i conti senza l'oste.. Anche questa volta è andata..diciamo. Sono soddisfazioni.
I piccoli passi dello studente che diventa uomo e finisce gli esami universitari, sta scrivendo la tesi ed ormai è a un passo dalla laurea. Una storia come altre in Italia..eppure in Francia e Germania si laurea il doppio delle persone ogni anno. Qualcuno direbbe che è questione di feeling, e in effetti non ha tutti i suoi torti. Il feeling gli italiani lo hanno perso tanto tempo fa, adagiandosi sulle loro antiche glorie, perchè, in fondo, l'Italia è un paese di tradizioni, genesi di cultura ed erudizione! Cosa credete, Virgilio era nostro, Dante era nostro, oggi anche Gigi D'Alessio è nostro, sommo poeta delle domeniche d'agosto.
Ma alla fine il problema non si pone, che bisogno c'è di laurearsi quando il posto che poi si dovrebbe occupare non c'è? Non ha senso, fatiche sprecate. Ancora meglio quando il posto del laureato lo occupa un non professionista, amico di tutti, che per qualche motivo assume le cariche più alte di un'azienda. Qualcuno a questo punto potrebbe dire..almeno io lo direi, se ti specializzi di più hai il lavoro assicurato. E' quello che faremo, ci specializzeremo, saremo specialisti. Lo sanno tutti che una laurea triennale non serve a niente! Ma allora, perchè quasi tutti i corsi sono organizzati secondo un 3+2? Forse perchè, quando uno non ne può più ha l'occasione di fermarsi ai tre anni ed avere comunque un foglio in mano. Una soddisfazione. Si sa, a noi italiani basta poco, anche un premio di consolazione.
Alla fine c'è un'alternativa alla specialistica: un bel master di 1° livello! Evvai! Non sai mai cosa ci trovi, ma tendenzialmente i master sono la specializzazione per eccellenza. Una volta masterizzato, un uomo, proprio come un cd, ha scritto su di sè il suo futuro, la sua funzione. C'è un solo problema, un cd si masterizza gratis, un uomo si masterizza con mastercard al modico prezzo di 10000 euro! Decisamente alla portata di tutti...
Cosa vuol dire questo, che solo i benestanti ma benebenestanti si possono permettere di diventare i migliori e questo a casa mia, ma anche nelle vostre, non è democrazia. L'Italia è una Repubblica democratica (no, favorisce gli adagiati), fondata sul lavoro (no, sul lavoro degli adagiati)..almeno per quando riguarda l'educazione, non ci siamo ancora. Facciamo allora che l'Italia è solo una Repubblica, la seconda, perchè la prima è andata a p.. quando si è scoperto che metà della classe politica era corrotta. Per fortuna poi che il testimone venne passato ad una persona affidabile, che nulla aveva a che fare con la politica e che avrebbe fatto felici tutti gli italiani. Correva l'anno 1994..e Forza Italia vinceva le elezioni.
E così, partendo da parole libere, guidate dal vento, siamo arrivati in pochi istanti a frasi tese e piene di risentimento. Dispiace che questo succeda, perchè l'Italia è il paese più bello del mondo, non lo pensate anche voi? (Sul serio!) Un giorno forse le cose andranno meglio, bisogna crederci fino in fondo e cercare sempre di vederne i piccoli lati positivi, le piccole svolte, le piccole vittorie che sommate insieme fanno la grandezza di un paese.
Comunque, se non cambiano la legge elettorale, lo faccio anch'io un partito, potrei giocarmi uno sgabello nella zona toilette del parlamento con il partito dei Pensionati. Sono soddisfazioni.

mercoledì 23 gennaio 2008

Blood Diamond e la terra dimenticata

Che ne sappiamo noi di quel pezzo di terra che si estende sotto il mar Mediterraneo? Niente. Qualcuno ogni tanto fa un versamento ad ignoti per la sanità di ignoti, qualcun'altro la identifica con i signori che ci vendono le collanine d'estate, altri ancora...niente, perchè, a parte stereotipi avvelenati di ignoranza e sporadiche pubblicità progresso, l'Africa non esiste. Un continente che rappresenta 1/5 delle terre emerse, 800 milioni di abitanti che da sempre vivono in quelle terre incontaminate e che da secoli guardiamo dall'alto verso il basso, non esiste. Dalla profondità della mia piattezza culturale in merito, questo continente racchiude infinite meraviglie che rimangono sconosciute ai molti, scenari affascinanti e di gran lunga più belli rispetto a quelli di casa nostra, numerosissime culture che tendiamo sempre ad omogeneizzare, e soprattutto l'anima, che i nostri antenati hanno perso tanto tempo fa.
Da sempre considerata l'universale espressione della natura in eterno contrasto con la civiltà occidentale, le abbiamo tolto l'accezione di cultura che dal basso del nostro etnocentrismo attribuiamo da secoli soltanto a noi stessi. C'è voluta quella banda di antropologi squinternati a farci capire 150 anni fa che non eravamo i soli a trasmettere qualcosa di più del legame di sangue. Ma una volta capito l'abbiamo archiviato, e chi s'è visto s'è visto.
Per quanto Blood Diamond non sia un film propriamente teso a sensibilizzare la nostra cognizione dell'Africa ha la forza di trasmetterci lo spirito di questo mondo nei suoi lati tradizionali e limpidi ma anche e soprattutto per quanto riguarda le spinte esterne generatrici di mutamento. Queste ultime sono state quasi sempre portatrici di conflitti e sfruttamento, di secondi fini a vantaggio esclusivo dei più forti, guarda caso, occidentali. Qualunquismo o ovvietà questa è la verità, che si estende per le terre oppresse dell'Africa dimenticata dai media ogni giorno di più. Ma dopo tutto, sarà ben più importante uno come Mastella! Miserere nobis!
L'opera di Edward Zwick del 2006 è un action movie che nel suo farsi affronta uno dei drammi che hanno investito il continente a causa della presenza occidentale: il mercato dei diamanti e lo sfruttamento dei nativi e il circolo di illegalità ad esso connessi. Il protagonista è appunto un mercenario cinico e sfrontato che vive di commercio illegale di diamanti. Il caso lo porterà a conoscere Solomon, un cittadino della Sierra Leone che ha nascosto un diamante di grandi dimensioni dopo essere stato costretto insieme ai suoi "fratelli" a lavorare nelle miniere di diamanti. Quest'ultimo, il vero "buono" del film, mosso dalla volontà di trovare la sua famiglia si vede costretto a fare un patto con Danny Archer, il mercenario. E' qui che parte l'avventura di Blood Diamond..
Come il lavoro di Zwick ci mostra, la Sierra Leone negli anni 90' è stata terreno di una sanguinosa guerra civile tra le autorità governative e i ribelli del Fronte Rivoluzionario (Ruf), una delle tante in Africa che scaturiscono sotto spinte non propriamente libertarie. Qui, sono i diamanti a causare la guerra, e, come tante altre fonti di denaro nel continente, sono soggette ad interessi esterni, esteri. Quale sarà il collegamento? Direi che basta conoscere un minimo il mondo capitalistico di oggi per capire, che il nesso c'è, e vive ai confini tra legalità ed illegalità. Ma dopotutto c'è sempre qualcuno che rimane con le mani pulite, qualcuno che le sporca e qualcuno che muore. Questa è realtà, a sporcarsi le mani in Sierra Leone è stato il Ruf che ha messo tanta energia nei combattimenti quanta nello sfruttamento delle miniere, che vede schiavizzare migliaia di connazionali senza colpa. E poi ci si pone la solita domanda.."chi gliele avrà date le armi?", ma dopotutto uno scambio tra armi e diamanti è legale e grazie a tale liceità rimane all'ordine del giorno...mamma vado a comprare le patate, poi magari anche un fucile a pompa..
Il conflitto si è concluso nel 1999 con la firma di un accordo di pace, ma i diamanti continuano ad ostacolare una soluzione duratura. Questo è un piccolo esempio di ciò che succede in Africa. Un esempio di come una cultura possa rovinarne un altra, restando impunita.
E' stato calcolato che negli ultimi quindici anni le guerre sono costate al continente ben 3 miliardi di dollari, pensate quanto questo denaro avrebbe potuto realizzare se fosse stato investito nello sviluppo del continente.
Tornando al film, prima di concludere, un applauso sincero va a Di Caprio, l'interprete di Danny Archer, che continua a migliorare film dopo film. Archer è un personaggio stupefacente, reso cinico dal suo passato, dalla guerra che ha combattuto inutilmente e dagli atroci omicidi dei propri genitori, è privo di moralità e ha deciso di combattere per sè stesso, prima di incontrare Solomon e Maddy, giornalista americana che intende svelare i loschi traffici delle multinazionali diamantifere. Minuto dopo minuto la pellicola svela l'evolversi del protagonista che si fa influenzare pian piano dall'umanità dei due compagni. Egli è antagonista fino all'ultimo, poi, al momento di scegliere chi deve vivere e chi deve morire, sacrifica se stesso per dare un futuro a chi ne era stato privato. Insomma, un ruolo difficile da interpretare che Di Caprio ha reso nel modo ideale.
L'Africa rimarrà un mondo che non ci appartiere finchè non vi sarà un'adeguata sensibilizzazione al riguardo, e un compito tale spetta prima ai governi e poi ai media che da troppo tempo hanno dato al criterio dell'audience il monopolio totale della comunicazione. Soprattutto chi fa informazione, al giorno d'oggi, ha perso di vista il proprio fine anteponendo ciò che fa notizia all'informazione stessa, che deve tornare ad essere completa ed oggettiva.

L'immagine proviene dal sito www.r4nt.com