lunedì 21 aprile 2008

Bella lì

In onesto ritardo, che conviene alla più sana tradizione di questo blog in continua lotta con l'attualità, è giunto il momento di raccontarvi la nuova avventura dei Figli del Papa.
E' uscito, nel gelido febbraio 2008 il nuovo album autodistruttivo di Gka & Fabien, si chiama "Bella Lì" e come di consuetudine, se lo volete andate a chiederlo a GKA. Questa volta le cose sono state fatte in grande e la grafica Banzi di Finale Emilia si è occupata della creazione dei cd e dei libretti, come sempre sotto l'infallibile regia dell'anonima Peyote records. I nostri artisti hanno puntato sull'effetto sorpresa ed hanno presentato il nuovo lavoro nel loro primo live che ha avuto luogo il 21 febbraio 2008 al Vecchio Fiume di Modena.
Ma entriamo ora nel vivo del disco ed esploriamone il senso e l'essenza. Cala subito l'atmosfera dell'assurdo sull'assurdo ascoltatore dei Figli del Papa, quando sotto le sonorità di Indiana Jones, parte l'invettiva di GkA nei confronti di Polac, uomo immagine della band. Luca (Gka) non ha mai perso il vizio di affrontare le stranezze dell'amico nei suoi testi, sfogando con rassegnazione le proprie perplessità. La musica è travolgente e viene intervallata da spezzoni audio di un noto film americano. Segue "Balla", cavallo di battaglia degli Fdp lives, che narra con irriverenza ed entusiasmo le dinamiche delle discoteche del 21esimo secolo, non senza una certa amarezza di fondo per gli stereotipi sociali che si sono venuti a creare tra i nuovi giovani del sabato sera. Gka, ancora autore dei testi, illustra il suo modo di vedere le cose, una sorta di inno alla gioia ed al "no problem style". Perchè alla fine è di questo che si parla nelle trame fumose del trio modenese: vivere ogni attimo della propria vita come se fosse l'ultimo, respirarne ogni emozione senza paura delle conseguenze, siano esse positive o distruttive; il mondo è questo, a noi resta prendere quello che c'è, e farne un nobile dono. Con la consapevolezza che ora come ora nulla può cambiare I Figli per ora lo accettano così. Così le stranezze di Polac, da sempre grande chimera per Gka & company, vanno a rappresentare le ambiguità dell'epoca post-moderna dove nulla è dato per buono e l'incertezza vibra fra le pieghe della vita degli uomini, in primis i giovani che, lasciati allo sbando in una società sregolata, creano una propria realtà tanto illusoria quanto precaria.
Non mancano malinconia e amore tra le tematiche toccate, e la prima cosa che si nota è il parziale abbandono delle passioni sfrenate ed amene tanto inneggiate nel blasonato "Like a nerz". I sentimenti si fanno più puri, anche se per ora sarebbe difficile pensare di mandare gli Fdp a Sanremo! Una particolare intensità la respiriamo in "Capirai", con quel tipico suono del sax delle notti tristi mescolato alle rime di Gka che stende sul tavolo dei ricordi il bianco ed il nero della propria vita, esplorando l'imprevedibilità dell'amicizia. Ad affiancare Luca per il lato "emotional" dell'album sono la simpaticissima Noemi e quel tipetto davvero fuori dalla norma di Zsuzsa, complimenti ad entrambe.
Ci sono poi "A modo mio", "La mia vita" e "Cazzi tuoi" in cui possiamo vedere con gli occhi del frontman la filosofia di vita che si intende confermare ancora una volta mentre "Quando mai" racconta con ritmo incalzante e blanda ironia le contraddizioni delle politiche internazionali e non. Da registrare la conclusione sulla falsa riga de "La guerra di Piero".
Autentico manifesto dell'inquietudine giovanile di cui ho parlato sopra è "Quando Tornano" interpretata da Luca e Nio che man mano che passano gli anni si fa sempre più talentuoso anche se la sua voce inizia ad apparire di dubbia sessualità. Rabbia contro il passato ed il presente, voglia di sfogare l'irrequietezza interiore di ragazzi lasciati a sè stessi e con tanta voglia di uscire da quella nube tossica che opprime la società, i dubbi nei confronti della legge, la freddezza di un ragazzo che ha perso la speranza. Si passa poi ai primi dolori adolescenziali, i ricordi di lacrime ed errori, i sorrisi sinceri e la rinnovata forza di ricominciare. Chi ascolta si perde tra le mille emozioni emanate da queste rime, accompagnate da un ritmo critico che sembra scandire i nostri battiti, scossi da tante immagini a noi care. Il dubbio rimane sul ritornello, che è stato registrato in modo da non farmi capire che cosa voglia dire! Maledetti!
Infine i nostri Fdp hanno dato spazio anche alla comicità e all'anarchia più totale scommettendo ancora una volta su quel sincretismo di generi che riesce sempre a catturare lo spettatore suscitando in quest'ultimo perplessità e sconcerto fino ad arrivare all'euforia più totale. "E' dentro" è un pregevole esperimento che fonde commedia e rap con un sottofondo di erotismo; insomma un'assurdità che vede protagonista Bra, il nostro maldestro ed istrionico (mi ripeto) amico, che stavolta recita la parte di un giovane vittima di una donna senza pietà. "Leggi i messaggi" è invece il secondo coraggioso salto degli Fdp nel mondo dell'house. Anche questa volta tutto è partito dal caso. Leggi i messaggi divenne una formula usata quando un'altro innamorato perditempo oppresso dalle paranoie è partito per la tangente iniziando ad evocare frasi sonnamboliche nel bel mezzo della notte, con l'invito a leggere i messaggi del proprio cellulare. Vi chiederete..ma che cazzo vuol dire? Ci vorrebbe un libro per spiegarlo. Una volta diventata standard questa formula è stata usata in vari modi, e un giorno registrata, appunto quando Polac ha ricevuto uno dei tanti messaggi imbecilli di Diego, il nostro esperto House. Ecco allora che è partito un nuovo lavoro di taglia e cuci che ha portato al futuro tormentone dell'estate. Aspettatevi presto un video al riguardo.
Stop, direi che possa bastare. Vi lascio di nuovo il link del myspace dei Figli del Papa in cui potrete godervi già qualche pezzo di questo strepitoso e folle album: www.myspace.com/figlidelpapa
Il prossimo appuntamento con i live della band è il 17 maggio alle 19.00 al Teatro Comunale di Bomporto.

martedì 1 aprile 2008

Anni luce

Mi è stata consegnata una riproduzione del primo numero de Il Resto del Carlino.
Il quotidiano bolognese nato il 20 marzo 1885 si proclama sin dall'inizio giornale popolare, che col suo formato ridotto, si vuole inserire in un mercato diverso rispetto a quello della stampa d'informazione del tempo. Ecco un articolo del primo numero che ha colpito la mia attenzione.
"AMOR FATALE
In uno dei dipartimenti della Senna accadde, alcuni giorni sono, un fatto terribile. Una donna, certa Légrange, s'era invaghita perdutamente di un giovanotto che non l'amava. Furono d'ogni sorta le arti che essa mise in opera per sedurlo. Il giovanotto faceva costantemente pratiche di religione, e diceva di volersi far prete. La donna, di notte entrò nella casa di lui, mentre egli era ancora assente, e si nascose nello stesso suo letto. Quando il giovanotto entrò, e si disponeva a coricarsi, al vedere la improvvisa apparizione della donna, diede un grido terribile; e fu tale la sua paura che impazzì! La donna, fuori di sè, gettossi dalla finestra di un quarto piano sfracellandosi le cervella orrendamente".
C'è chi ha detto, che leggendo questa copia del Carlino si può intuire come l'indirizzo del giornale non sia cambiato.
In merito a questo argomento mi astengo, piuttosto volevo rilevare come io e Polac, leggendo i vari pezzi di quel numero 1, fossimo d'accordo nell'affermare quanto un giornale sia utile per capire i problemi e le abitudini di un'epoca.