venerdì 26 ottobre 2007

Ah no?

Ad ogni azione corrisponde un'azione uguale inversa. Così la California brucia, secondo l' FBI soltanto uno degli incendi è di origine dolosa ed è stata fissata una taglia di 150.000 dollari a chi consente la cattura dei piromani. A parte il fatto che quei soldi salverebbero come al solito mezza Africa, c'è chi addirittura ha ipotizzato la mano di Al Quaeda (Drudgereport sulla base di alcune indagini dell'FBI che aveva allertato le autorità su un possibile attacco incendiario nella costa occidentale). A questo punto potrei ipotizzare che anche il furto della mia auto è stato progettato da Bin Laden, tanto lui è come il pane, è dappertutto...Questo suddetto incendio doloso ha colpito la Cleveland National Forest e Orange County, quel posticino pieno di villette e ricconi sfaccendati che ci racconta la serie tv O.C. In realtà nel telefilm sono tutti in fallimento quindi la casa in un modo o nell'altro l'avrebbero persa comunque. Tornando al punto, se uno solo degli incendi è doloso, allora di chi è la colpa degli altri? E non provate a dire Bin Laden! L'America si fa male da sola, gli incendi si verificano perchè il clima è cambiato e tuttora continua ad evolversi a causa dell'inquinamento che essa stessa, prima fra tutti, produce. E così, quei magnati che fanno in modo di evitare la produzione e lo sviluppo di energie meno inquinanti, magari avevano proprio una casa lì ad Orange County ed ora è mezza incenerita. Come già detto qualche mese fa, gli Stati Uniti sono il paese che produce il maggior inquinamento e quel poco che la Merkel è riuscita a strappare nell'ultima riunione G8 non basta. Le emissione vanno ridotte drasticamente altrimenti fra qualche decennio non sarà solo OC a bruciare ed i pericoli maggiori non saranno causati dal fuoco. E' realtà, basta leggere Focus o cercare un pò in rete per scoprirlo. E' ora di svegliarsi.

Questo post è dedicato al Blog Action Day (15 ottobre) che quest'anno era incentrato sull'ambiente. Migliaia di blogger hanno pubblicato lo stesso giorno i loro post sull'ambiente per dimostrare che qualcosa insieme si può fare. Piccoli passi che col tempo e con maggiore coscienza potrebbero diventare grandi e decisivi. Il sottoscritto come al solito è in ritardo ma non poteva mancare all'appello. Un bacio a tutti i blogger: siete grandi!

martedì 16 ottobre 2007

Autunno piange

Pensosi..quasi persi nell'orgoglio delle nostre piccole vittorie e nell'incapacità di respirare in un altro modo, passiamo immobili minuti importanti di un giorno d'autunno. Qui, le foglie cadono solitarie, sfiorano le nostre automobili parcheggiate e si sdraiano a terra, là, in Birmania, uomini liberi cadono e uomini in piedi perdono la libertà, altri la piangono dietro le sbarre. Sotto l'acciaio del regime le anime ansimano ancora un pochino e invocano speranza. E' un acciao già visto, settanta anni fa. Chi vede più in là di quell'acciaio, di quella finta facciata di correttezza che il regime inscena per nascondere il sangue di tuo fratello, -là- si sente in trappola, -qua- pensoso si fissa un pò allo specchio poi va a spazzare le foglie cadute davanti a casa.

Basterebbe la voce dell'umanità tutta.

martedì 2 ottobre 2007

I fantasmi del passato ( 2a parte)

La situazione si è aggravata sempre più e il 27 settembre, ci racconta Graeme Jenkins (che possiamo leggere su Repubblica), a Rangoon "circa tremila persone, guidate da 6 monaci, fronteggiavano la polizia schierata dietro le barriere di filo spinato..". Il reporter racconta che si sono uditi spari di armi da fuoco e un giornalista con la macchina fotografica in mano è stato ucciso. Io stesso ho visto le immagini sul giornale, e molti di voi in tv. Sono immagini che fanno freddo, sono immagini che hanno il sapore di passato, almeno per noi occidentali che certe cose non le vediamo più da cinquanta anni, dall'ultimo conflitto mondiale. E' triste sapere che dopo tutto quello che è successo, dopo tutti gli insegnamenti che la storia ha dato a questo mondo, certi fatti possano ancora continuare ad esistere. Il governo birmano ha annunciato che otto persone sono morte, tipica informazione manipolata, Jenkins parla infatti di una vistosa sottostima. Il giornalista continua raccontando che vi sono tre camion militari: uno addetto a sparare, uno a raccogliere i cadaveri e sull'ultimo invece vi sono gli uomini che devono ripulire le strade. Intelligente come strategia, vero? "Un uomo ha detto di aver visto una grossa fossa, scavata per ordine del governo al centro di un campo da calcio nei pressi della Pagoda Shwedagon..lo scopo della buca non è stato reso noto". Non so a voi, ma a me ricorda qualcosa. Vi sono stati anche dei raid all'interno dei monasteri, centinaia di monaci sono stati arrestati e forse qualcuno ha subito una pena peggiore. Un imprenditore intervistato ha affermato:" Se i monaci non si fermano e la gente continua a seguirli, i generali se ne dovranno andare: questa è la nostra ultima occasione", c'è addirittura chi è costretto a smettere di raccontare:" Non posso più parlare, ci stanno osservando". Ha ragione Guido Rampoldi di Repubblica quando parla della rivolta dei monaci, "un coraggioso movimento di liberazione che tien nel massimo conto i diritti umani, la religione che ritrova una dimensione politica sana in una laica lotta per la libertà". Le cose non sono migliorate nei giorni successivi, e leggo ora su Google news che l'inviato dell'ONU Ibrahim Gambari oggi ha incontrato il capo supremo del regime Than Shwe e la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi per porre fine alla repressione militare di questa fondamentale protesta per la democrazia. Intanto sembra che (in base a fonti affidabili delle agenzie) gli arresti siano continuati per tutta la scorsa notte. Il terrore regna nella città di Rangoon, le persone vengono portate via dalle loro case. Basterà un inasprimento delle sanzioni da parte delle nazioni vicine e dell'occidente? E' giusto limitarsi a sperare che l'intera popolazione birmana, guidata dai monaci, riesca a spodestare il regime dei generali? Mi chiedo se non sia necessario fare di più, perchè ciò che sta succedendo in questi giorni e che per 20 anni ha svuotato un popolo dei suoi diritti, possa finalmente essere rovesciato. E' ora di costruire un muro ideale e culturale che impedisca una volta per tutte ai fantasmi del passato di varcare il nostro presente, e per Nostro intendo di tutto il Mondo e non solo dell'Occidente.

Tutti dovremmo pensarci..non ho scritto questo post per farvi la cronaca, a quello ci pensano i giornali. L'ho scritto perchè è giusto rifletterci sopra, perchè mentre noi siamo qua spaparanzati con i nostri I-Pod, qualcuno nel mondo combatte ancora per la sua libertà e la sua vita.

Le mie fonti: la Repubblica; Wikipedia ( per la storia del paese); Google News Italia; equonomia.it.

I fantasmi del passato (storia)

C'era una volta una piccola regione del sud est asiatico chiamata Birmania..una regione che da secoli è stata teatro di scontri, invasioni e cambi di dinastie, un paese nel cui tempo si radicarono molteplici etnie e minoranze. Il territorio birmano che fu colonia dell'impero britannico e ne rappresentò una delle più ricche, dal 1962 si vide dominato da un regime comunista instaurato con un colpo di stato militare condotto dal generale Ne Win che destituì la repubblica indipendente. Il generale promosse una disastrosa «via birmana al socialismo», imponendo un'economia che ridusse il Paese alla fame, mentre la repressione fece migliaia di morti. Il paese rimase isolato dal resto del mondo, data l'assenza di diritti civili per la popolazione, così come di libertà di stampa. Nell'88, anno delle manifestazioni studentesche che provocarono migliaia di morti, Saw Maung organizzò un altro colpo di stato. Da quel momento le cose sembrarono andare meglio, nel 1990 si ottennerò elezioni libere per la prima volta dopo 30 anni ma era troppo bello per essere vero e nel 91 lo SLORC ( Consiglio di restaurazione della legge e dell'ordine di stato), spalleggiato dall'Esercito, si rifiuta di cedere il potere, rovesciando l'assemblea popolare, ed arrestando Aung San Suu Kyi (premio nobel per la pace), ed altri leader dell'NLD, il partito vincente. Da allora nel paese si è insediato un regime militare che calpesta con forza e determinazione i diritti dei cittadini della Birmania che cambiò nome in Myanmar: ai cittadini non è permesso guardare canali televisivi esteri, l'uso del cellulare, l'accesso ad internet, solo ad una posta controllata, poche le copie dei giornali stranieri di cui usufruire che in generale arrivano solo nei grandi hotel. Addirittura, in seguito ad alcune manifestazioni di protesta sono state chiuse le università per un tempo indeterminato. Tuttora le condizioni economiche del paese sono allarmanti, tanto da poter essere annoverato come una delle nazioni più povere del mondo. Il consiglio dell'Ue ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla situazione anti-democratica che continua a portarsi avanti negli anni ed ha espresso il suo disappunto per il mancato rispetto dei diritti umani e le carcerazioni dei membri dell'LND, il partito di Aung San Suu Kyi. Quest'ultima ha richiesto il boicottaggio turistico poichè il flusso della moneta straniera viene controllato dal governo così come le ferrovie, le linee aeree, i musei e altri importanti attività. L'UE ha richiesto inoltre la scarcerazione immediata dei prigionieri politici, ma il suo appello è stato inascoltato. Inizia così un era di boicottaggio nei confronti del paese, sia delle aziende che investono in Birmania ( in modo da scoraggiarle) sia del turismo, ma tuttora vi sono ancora multinazionali come la Total (francese) che continuano ad investire.