domenica 1 luglio 2007

Waiting for Parigino

Utilizzo questo post per porre le scuse per la povertà di pubblicazioni di questo giugno disgraziato.
Affrofitto inoltre per scusarmi anche dei prossimi dieci giorni di luglio in cui proprio non avrò occasione di scrivere qualcosa su questa piccola finestra virtuale: maledetti esami..universitari..
Non ho tempo ora di parlare degli esami universitari, ma colgo l'occasione per informare tutti coloro che potrebbero trovarsi di fronte alla scelta delle materie da inserire nel piano di studio che Comunicazione, cultura e società è tempo buttato all'aria e rabbia sprecata, non fate cazzate e scegliete altro. Nell'esame in questione vengono proposte 900 pagine di saggi, di cui, con la sola esclusione degli ottimi Goffman e Garfinkel, il resto è il nulla: parole buttate al vento, da spunti iniziali su specificità dei temi della comunicazione, la società e la cultura gli autori si dipartono dalla realtà delle riflessioni accettabili per farsi trasportare nel tunnel delle proprie meditazioni più profonde e indefinite, in un incartamento di connessioni concettuali che solo ad essi, forse, potranno essere veramente chiari e a noi arrivano solo affermazioni intrattabili e purtroppo inutili alla soluzione del concetto teorico analizzato.
Detto questo, visto che siamo in tema di esami, perchè non parlare delle prove di maturità?
Sinteticamente: 1- la traccia su Dante è stata probabilmente decisa in una locanda tardo-medievale nel bel mezzo di una gara di bevute di rum tra dipendenti del Ministero vestiti da pirati e il ministro Fioroni nei panni di Jack Sparrow.
2- quand'è che la smetterete di fare del casino con queste commissioni esterne ed interne che arrecano soltanto squilibrio, scorrettezza, scarsa imparzialità e tanto inutile stress?
3- perchè continuate ad imporre un esame che non serve a niente se non a sprecare tempo e denaro e a far impazzire gli studenti che avranno il solo guadagno di ricordare le cose studiate nell'ultimo anno per 3 mesi in più? Tanto il voto finale, con tutta la sua relatività e pochezza, lo si può dare con un semplice calcolo della media dello studente.
4- i soldi che lo Stato risparmierebbe evitando gli esami di maturità potrebbero essere utilizzati in maggiori controlli nelle scuole sull'operato didattico e sociale dei professori nelle aule scolastiche o per la prevenzione dei giri di droga che circondano questi ambienti.
5- quand'è che si licenziano i professori che non fanno il loro lavoro (aiutando fra l'altro i tantissimi laureati che si trovano a dover pregare per poter fare una semplice supplenza), quand'è che si insegna cosa è il rispetto a quei bulletti che maltrattano compagni e addirittura docenti? Ma soprattutto , quand'è che rifonderete totalmente questo mondo scolastico traformandolo in un mondo sano: i giovani sono davvero il futuro e maggiore attenzione dovrebbe essere data ad essi dallo Stato & Co.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

dio bo la reggiana se mi fa!

Anonimo ha detto...

Beh...nn so se te lo saresti mai aspettato, ma qui ci vengo anche io a farti visita!!!
Questo perchè il pezzo che hai scritto mi piace molto e mi trovo d'accordo, anche se non su tutto. Per esempio, ti posso dire che con la commissione formata in questo modo, e cioè metà interna e metà esterna, si hanno meno materie da ripassare. Per di più, può essere uno stimolo per impegnarsi pienamente e dare tutto il meglio di noi con i professori che non si conoscono. Penso che sia maggiormente una garanzia di imparzialità, perchè chi viene coccolato dai professori interni deve impegnarsi fino in fondo, mentre chi non è visto di buon occhio, magari senza colpe, può riscattarsi.
Anche se, come per tutti direi, la paura pre-esame è tanta e l'ansia mette davvero di mal umore, credo che gli esami siano molto costruttivi per i ragazzi che, in questo modo, forgiano il proprio carattere e se non del tutto questo, penso sia un sano mettersi alla prova. Devo ammettere che non sempre giova la tensione e tutto quello che l'esame comporta, nel senso che può darsi che il voto finale non corrisponda affatto alla carriera scolastica dell'alunno che magari ha faticato per 5 anni per poi uscire con un voto inferiore a quello che è il suo valore reale, ma in fin dei conti, la vita non si basa sull'esame di maturità. Se si vale qualcosa, lo si dimostra poi in tutto quello che si fa. E ciò non significa che non abbia nessun peso, ma che non deve essere preso come un marchio.
Ecco...la mia contestazione è finita, ma vorrei aggiungere che sono molto d'accordo su tutto il resto che hai scritto!!

A presto...ciao!!
Noémi