lunedì 8 giugno 2009

Mirabile

Mirabile emozione tra le pieghe del mio immaginario.


In un'area calda della casa, tra luci soffuse e un'aria vaporosa
Tu.
Sei qui con me intimidita, svestita, provocatrice. Mi passi davanti offrendomi la schiena. Al mutare inconsueto delle pieghe del tuo viso, levi il reggiseno come un velo e vai dentro.
L'acqua non scende ancora, i rumori di sottofondo non infrangono i nostri intangibili sensi, non ti rimane che abbandonare l'ultimo pezzo di seta che hai addosso. Ti batte forte il cuore, ma senti il desiderio irrefrenabile di farlo, è un'estasi il suo calare, in te. Sei nuda ora, nel buio di quell'angolo della casa, priva di difese, e tale assenza è il punto forte del tuo attacco. Non ti guardo, abbasso la testa ma i miei battiti la spingerebbero su, una palpitante lotta con me stesso, che mi consuma, che mi convince, e così è. Davanti a me però solo una sagoma nell'ombra, indistinguibili i punti caldi del tuo corpo. Entro.
Un'acqua calda che confonde il mio respiro comincia a scendere vorticosamente nella doccia. Ormai il desiderio ha superato la ragione, ma la più avida sei tu, che ti giri continuamente svelando ogni piega del tuo essere, ogni tua voglia, ogni tua passione. Sei nuda dentro e velata fuori.
Un minuto di paralisi, infarto continuo, contrazioni...poi, finalmente il buio scompare, ti metto a fuoco e divento fuoco. Le tue linee marcate dal sapone sono piccole lame su di me, i tuoi picchi guardano diritto, chiedono contatto, le tue mani scivolanti sono infiniti baci su uno spazio sinuoso.

Cerco io tuoi occhi..
Mi stanno attraversando, voraci.
Apro, chiudo, apro le mie palpebre
E' un attimo e sei qui
sento le tue mani sul mio petto
morbide, quasi da mordere
scivolano su di me e poi il tuo seno
morbido, quasi da mordere
spinge su di me e poi le tue
labbra..morbide mordere me
il tuo corpo è avido di me
si contorce
mi circonda
mi uccide.

Infiniti secondi passati a respiro sospeso, in questo abbraccio consumante e atroce, hai svelato la tua voce ed io mi sono arreso. Dentro di te.

Pater ex machina: "Alessandro? Devi andare a Parma stamattina?"
Io: "Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh"
Pater: "Vai a Parma stamattina?" -dal piano di sotto ad alta voce e ripetitività adirante-
Io: "Non ci credo".

Una situazione inattesa, una ragazza inattesa ma ben precisa, un desiderio e la resa. Giuro, non avrò mai più il coraggio di guardarti in faccia.
Eppure il pensiero continua ad assuefarmi.

(A questo testo mi è piaciuto associare una canzone a cui sono particolarmente affezionato, "Blu" di Zucchero).

1 commento:

Unknown ha detto...

E' un esperimento,è la prima volta che mi lancio su certe tematiche, quindi prego i lettori ma soprattutto le lettrici a non riempirmi di offese se in qualche modo la mia narrazione può essere risultata di cattivo gusto.

-Ales-