giovedì 12 febbraio 2009

Bugie e sincerità

E ti chiedi che cosa ha in testa la gente. Prima ti dicono una cosa, poi ne fanno un'altra, nel mio ultimo caso non fanno proprio niente, il che può equivalere anche ad un 'vai a farti benedire Ale'. Tu, pulcino implume, che cerchi sempre di vedere il buono nelle persone, perchè credi che le persone nascano, in fondo, buone e sincere attendi. E speri. Sì perchè, le prime volte sei tranquillo, ti fidi delle persone, poi un po' alla volta ti trovi costretto a Sperare che siano davvero belle persone. Beh..ho sperato anche stavolta, invano. Ne parlavo l'altra sera con il mio aittante coinquilino:" Oh, Ale..fiiga io non sto proprio capendo che cavolo ha in testa la gente in questi giorni, stanno impazzendo!". Tralasciando l'analisi, molto 'a senso comune' e molto immediata di questo caro ragazzo, il punto rimane lo stesso. Ci siamo persi. Abbiamo perso il gusto della vita, e forse davvero dovremmo tornare dei poveracci per poter imparare di nuovo, nella miseria, a capire come si sta insieme.
Quante cavolate sento dire dalla gente ogni giorno, quante scuse, quante bugie. Mi viene in mente il commento di oggi di Vittorio Zucconi su Repubblica.it quando parla del motivo per cui il padre se ne è andato da Mediaset e da Berlusconi e ricorda la risposta:"perchè l' è un busierd!" (perchè è un bugiardo). Il mondo, oggi, è pieno di tanti piccoli bugiardi, ed è per questo che sta andando tutto allo sfacelo. E la gente se ne va.
Questa è la vita oggi, a quanto pare. O forse solo una minuscola parte. Perchè stamattina, in biblioteca, mentre navigavo con una tastiera le cui lettere non si vedono più, ho visto anche qualcosa di bello, anzi l'ho spiato.
Era una ragazza. Davanti a lei, un paio di libri, un evidenziatore, una bottiglia mezza vuota e una dispensa. Non ha mai alzato la testa dalla carta, a parte il momento in cui si è girata verso la finestra a guardare i rami che si muovono, forse il classico uccellino. Ha sorriso, appoggiando la guancia al palmo della mano, senza mai distogliere lo sguardo da quel ramo. Non stava pensando a qualcos'altro, i suoi occhi erano attenti ai dettagli della natura. Ho sorriso anch'io, che a mia volta osservavo i dettagli della natura che il suo atteggiamento svelava. Eccola, quella sincerità che cercavo, ed è bastata a farmi passare la rabbia per quello che è successo.
Ecco allora che calza a pennello quella stupenda conclusione fuori campo del protagonista che chiude American Beaty:" Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme ed è troppo. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare.. e poi mi ricordo di rilassarmi e smetto di cercare di tenermela stretta, e dopo scorre attraverso me come pioggia e io non posso trovare altro che gratitudine, per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita".

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Pienamente d'accordo con te. Difficile però far sbollire la rabbia... ogni volta che guardo American Beauty, film che adoro, penso sempre che vorrei essere come il protagonista. Ma ci vuole troppo coraggio.

Unknown ha detto...

Sì, forse è quel tipo di coraggio che ti viene fuori solo quando si supera davvero il limite. In realtà, anche se penso sempre di aver superato quella soglia di sopportazione, immagino che in base alle esperienze che verranno, si possa sempre andare oltre e questo mi preoccupa più di tutto..e mi viene da pensare, come recita il film 'il curioso caso di Benjamin Button'che ho visto ieri: "puoi resistere quanto vuoi ma alla Fine non resta che arrendersi". E' quello che mi sta sulle palle, in american beaty il protagonista muore..

Anonimo ha detto...

Eh... cavolo, non ci avevo pensato. Però se ricordi bene moriva col sorriso...

Unknown ha detto...

vero anche questo. Allora puntiamo al sorriso, almeno quello!!

Noemi ha detto...

Stupendo questo post. Mi piace da matti. Mi ci ritrovo molto: le vertigini che vengono quando si pensa cose del tipo: ma io vivo veramente in questo schifo, in questa cosa che sembra sempre campata in aria e di cui io non sono altro che una minuscola pedina? Sono veramente cosi costretta a sottostare a tutto questo, alle cattiverie (vicine e lontane), alle cose meschine. Come posso io sopravvivere in questo mondo che non mi capisce a cui mi sembra di non appartenere? Beh, a me vengono le vertigini se penso a tutto questo, se penso a quanto è grande il mondo e a quanto poco possa fare io.
Ma poi la smetto di pensare a tutto, tutto insieme. Se c'è una cosa che ho imparato negli ultimi anni (soprattutto) è che le cose vanno affrontate una alla volta, piano piano. Bisogna cercare di vedere il proprio mondo se si vuole sopravvivere, ma avere comunque rispetto per il resto. E' difficile e fa paura, soprattutto per quello che dici tu e cioè che non si sa mai cosa ci aspetta, ma quella è un'altra storia, una cosa alla volta...è, così che si va avanti, che si vive senza limitarsi a sopravvivere, senza essere passivi. E soprattutto, col sorriso!!